Newsletter n° 11 – Novembre 2024


Garante privacy: stop al software che accede all’email del dipendente

Il Garante per la protezione dei dati personali, nella Newsletter n. 528 del 22 ottobre 2024, informa che il datore di lavoro non può accedere alla posta elettronica del dipendente o del collaboratore né utilizzare un software per conservare una copia dei messaggi. Un simile trattamento di dati personali oltre a configurare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali, è idoneo a realizzare un’illecita attività di controllo del lavoratore.

Gli effetti sul rapporto di lavoro del concordato biennale

La Legge 143 dell’8 ottobre 2024, di conversione del Decreto Omnibus ha introdotto rilevanti novità riguardo il concordato preventivo biennale, con un impatto significativo anche sui rapporti di lavoro. Il concordato preventivo è uno strumento giuridico che consente alle imprese in difficoltà di presentare un piano per ristrutturare il debito e continuare la propria attività, evitando il fallimento. Prima della Legge n. 143/2024, infatti, i lavoratori spesso subivano le conseguenze più gravi delle crisi aziendali, soprattutto in termini di licenziamenti e mancati pagamenti. Con la nuova normativa, vengono introdotte delle tutele specifiche per i dipendenti, che vedono riconosciuti alcuni diritti fondamentali durante la procedura di concordato. In particolare, il concordato preventivo biennale, come disciplinato dalla nuova legge, introduce un piano di ristrutturazione di durata massima pari a due anni, durante il quale l’azienda deve riorganizzare le proprie finanze e proporre una soluzione credibile ai creditori. La durata biennale consente, in tal modo, un orizzonte temporale più ampio per l’attuazione del piano, favorendo la continuità aziendale e riducendo il rischio di fallimento improvviso. Di seguito, i principali riflessi sul rapporto di lavoro: 1. il blocco dei licenziamenti collettivi: durante il periodo del concordato preventivo biennale, le imprese non possono procedere a licenziamenti collettivi senza l’autorizzazione del tribunale, salvo situazioni di grave necessità. Questo blocco temporaneo mira a evitare la perdita massiva di posti di lavoro, garantendo una certa stabilità ai lavoratori mentre l’azienda tenta di ristrutturarsi. È comunque possibile chiedere deroghe in casi particolari, che saranno valutati dal giudice; 2. la priorità e tutela dei crediti dei lavoratori: i lavoratori vengono tutelati anche dal punto di vista economico. I loro crediti, come stipendi arretrati e trattamento di fine rapporto (TFR) e altre spettanze, ottengono una priorità rispetto agli altri creditori nel piano di ristrutturazione. Questa misura è volta a garantire che i lavoratori non restino senza retribuzione nel caso di esito negativo del concordato; 3. il sostegno alla riqualificazione e ricollocazione: si tratta di misure, volte a sostenere i lavoratori nell’eventualità di una riduzione dell’organico, attraverso programmi di formazione e ricollocazione professionale, finanziati in parte dallo Stato e in parte dalle risorse dell’azienda stessa. Questi programmi hanno l’obiettivo di facilitare la transizione dei lavoratori verso nuove opportunità lavorative, rendendo meno traumatico l’eventuale licenziamento; 4. la conservazione dei contratti di lavoro: i contratti di lavoro in essere, non possono essere modificati o risolti unilateralmente dall’azienda durante la procedura di concordato, se non con l’approvazione del tribunale. In questo modo, i dipendenti non subiscono cambiamenti contrattuali o cessazioni improvvise dei loro rapporti di lavoro, e viene tutelata la continuità contrattuale fino alla conclusione del processo; 5. il maggior coinvolgimento sindacale. La normativa rafforza il ruolo dei sindacati nelle fasi di concordato, aumentando la trasparenza delle decisioni aziendali riguardanti il personale. Questo assicura che i lavoratori e i loro rappresentanti abbiano voce nelle trattative, soprattutto in relazione ai piani di licenziamento o ristrutturazione.

Appalti con presunzione di equivalenza dei contratti

Il decreto legislativo correttivo del Codice degli appalti, da una parte, delinea parametri più precisi per l’individuazione nel bando del contratto collettivo di lavoro applicabile, e dall’altro, introduce una presunzione di equivalenza se gli operatori ne applicano uno differente. Il testo, approvato in esame preliminare dal Consiglio dei ministri il 21 ottobre, interviene sull’articolo 11 del Dlgs 36/2023 introducendo l’allegato “I.01” il quale conferma che il contratto collettivo nazionale o territoriale di lavoro da indicare nel bando si determina previa valutazione della stretta connessione, anche prevalente, dell’ambito di applicazione del contratto collettivo rispetto alle prestazioni oggetto dell’appalto.

Premi Inail 2025: la riduzione scende al 14,80 per cento

È stato pubblicato il decreto interministeriale (Lavoro-Economia) 24 settembre 2024, con cui la riduzione dei premi Inail prevista dall’articolo 1, comma 128, della legge 147/2013, è stata determinata, per l’anno 2025, nella misura del 14,80 per cento. La misura della riduzione segna una diminuzione rispetto a quella applicata nel 2024, che era determinata nel 15,11 per cento.
La riduzione, stabilita tenendo conto dell’andamento infortunistico aziendale, continuerà a essere applicata, dal 1° gennaio 2025, esclusivamente a quelle gestioni/polizze per le quali il procedimento di revisione non è stato ancora completato.

Correttivo crisi d’impresa, istruzioni Inps sui crediti tributari e contributivi

Con il messaggio n. 3553/2024 l’Inps recepisce le disposizioni integrative e correttive al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n.136/2024) focalizzandosi, in particolare, sulla disciplina della transazione su crediti tributari e contributivi nell’ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti e del trattamento di tali crediti nelle procedure di concordato.

Dall’Inl il modulo di rettifica dell’istanza per la patente a crediti

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl) ha pubblicato il modello da utilizzare per rettificare l’istanza online di richiesta della Patente a crediti. Il modulo dovrà poi essere inviato dalla PEC aziendale alla PEC: rettifica_patenteacrediti@pec.ispettorato.gov.it. Il modulo dovrà essere compilato unicamente con le informazioni di cui si intende chiedere la rettifica.

Tasse in Italia se lo smartworker vive nel Paese più di metà anno

Per determinare la residenza fiscale dei lavoratori in modalità agile, dal 2024 assume rilievo anche la presenza fisica sul territorio nazionale che si protrae per più di metà anno. È uno dei passaggi che emerge dalla circolare 20/E/2024 dell’agenzia delle Entrate che dedica una sezione specifica agli impatti che la nuova norma sulla residenza fiscale esplica sui soggetti che svolgono il lavoro in smart working in contesti internazionali.

L’Inps interviene sulla piattaforma Vera

L’Inps, con il messaggio n. 3662 del 5 novembre 2024, illustra la Piattaforma Unica per la verifica e gestione interattiva della regolarità contributiva, disponibile in ambiente internet e in ambiente intranet, il cui utilizzo favorirà una diversa modalità di gestione della posizione contributiva, sia da parte degli intermediari che da parte delle sedi territoriali dell’Istituto.

Resta il massimale contributivo anche in caso di impiego di un pensionato 

L’Inps, con il messaggio n. 3748 dell’11 novembre 2024, fornisce alcuni chiarimenti per il corretto adempimento dell’obbligo contributivo, previsto dall’articolo 2, comma 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335, nelle ipotesi di reimpiego del lavoratore o di prosecuzione del rapporto successive al conseguimento del trattamento pensionistico. Nel merito, il Ministero del Lavoro ha chiarito che il reimpiego del lavoratore in un momento successivo alla liquidazione di un trattamento pensionistico non determina il venire meno dello status di “vecchio iscritto “originariamente acquisito.

Pronte le istruzioni per la riduzione contributiva nel settore dell’edilizia anno 2024

Con la circolare n. 93 dell’11 novembre 2024, l’Inps fornisce le indicazioni operative per la riduzione contributiva nel settore dell’edilizia per l’anno 2024. Infatti, con il decreto 16 maggio 2024, il Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, ha confermato, per il 2024, la riduzione contributiva prevista dall’articolo 29 del decreto-legge n. 244/1995, e successive modificazioni, per gli operai a tempo pieno del settore edile (nella misura dell’11,50%).

 

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